I FILOSOFI DI MILETO
TALETE
Essendo la scuola di Mileto il primo luogo
di filosofia, si può certamente asserire che la filosofia nacque tra il
VII e l'VIII secolo a. C., proprio nelle zone della costa ionica tra
l'Europa e l'Asia.
ANASSIMENE
Generalmente Anassimene viene collocato, insieme a Talete e ad Anassimandro, nel contesto dei "milesi", vale a dire i filosofi della città di Mileto, nella Ionia Minore: egli visse poco dopo il VI secolo a.C. Con Anassimene, la filosofia in terra di Ionia compie un passo indietro: anch’egli autore di un’opera in prosa intitolata Sulla natura (Peri fusewV), abbandona l’indagine "astratta" intrapresa da Anassimandro e torna alla ricerca di un unico principio materiale, che egli individua non già nell’acqua, bensì nell’aria.
Quanto anche la sua sia una filosofia del senso comune lo si può facilmente arguire dall’importanza rivestita dall’aria per la nostra vita, in particolare per la respirazione: secondo Anassimene, l’aria opera a livello cosmico come a livello umano, cosicché essa dà origine e tiene in vita tanto gli uomini quanto l’universo nel suo insieme. Per spiegare il processo di derivazione degli elementi (terra, acqua, fuoco) dall’aria, egli fa riferimento a due processi contrari: la rarefazione e la condensazione. L’acqua riscaldata, infatti, si trasforma in aria, e così via. In questa maniera, le trasformazioni del mondo vengono spiegate come trasformazioni dell’aria, giacchè tutte le cose costituenti l’universo non sono che aria in un diverso grado di densità.
Come i suoi due
colleghi , anche Anassimene individua un unico principio dal quale
sarebbe derivato tutto il resto. Mentre Talete scelse l'acqua e
Anassimandro l’apeiron, Anassimene afferma che tutto deriva dall'aria.
Si possono avanzare ipotesi sul motivo di questa scelta: in fondo l'aria
si identifica un po’ con quel cielo che era la sede degli dei e quindi
non pare una scelta insensata. Di per certo sappiamo che Anassimene
affermò che l'aria è il principio di tutto in quanto è principio della
vita: bisogna tenere in considerazione che il termine greco che indica
la vita (l'anima) è yuch, che in origine significava proprio "soffio vitale".
Nato intorno al 611 e il 610 a.C. , visse nella città di Mileto. Il
filosofo Anassimandro fu discepolo di Talete, dal quale ereditò il
concetto di ricerca dell'origine di tutto ma dal quale si discosta
nettamente nel momento in cui si tratta di identificare questa origine. Secondo Anassimandro i primi animali - uomo compreso - nacquero
nell'elemento acquatico, ricoperti di una scorza spinosa; cresciuti in
età lasciarono l'acqua e vennero all'asciutto, ed essendosi lacerata la
scorza che li copriva, dopo poco cambiarono il loro modo di vivere.
Pensiero: Anassimandro studia la natura dell'archè, ma si trova in
opposizione evidente rispetto al suo maestro Talete che aveva posto
l'archè nell'acqua e da Anassimene che riscontrava l'archè nel aria. Il
"progresso", rispetto a questi ultimi due pensieri consiste nel fatto che definire l'arché come
una cosa, quale l'acqua o l'aria, sarebbe limitare il principio e
siccome tutte le cose sono limitate, il principio da cui esse derivano
non potrà che essere non-limitato. L'archè, dunque, deve differire in
tutto e per tutto dalle cose che noi possiamo raggiungere tramite
l'esperienza, ragion per cui deve essere infinito e illimitato, ossia
non avente limitazioni di ordine fisico né temporale.
Per cui
Anassimandro formula il principio indeterminato detto apeiron (dal greco
a- = ”non” e péras = ”limitato”). La realtà stessa viene a generarsi
per una eterna opposizione dei contrari, in quanto la sua stessa origine
ha determinato una opposizione (l'àpeiron infinito che genera il mondo finito).
Per cui
Anassimandro formula il principio indeterminato detto apeiron (dal greco
a- = ”non” e péras = ”limitato”). La realtà stessa viene a generarsi
per una eterna opposizione dei contrari, in quanto la sua stessa origine
ha determinato una opposizione (l'àpeiron infinito che genera il mondo finito). 

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